Ho un dubbio riguardo l’assioma di continuità. Il prof. Gobbino dice che si può dedurre usando la completezza e la proprietà Archimedea, ma non riesco a capire in che modo la proprietà Archimedea si usa per dedurre che le due successioni sono di Cauchy.
Grazie
Assioma di continuità e completezza
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Re: Assioma di continuità e completezza
Prova ad esplicitare meglio il tuo dubbio: come faresti per dimostrare che le due successioni sono di Cauchy?
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Re: Assioma di continuità e completezza
Grazie per la risposta. Penso di aver capito dove va usata la proprietà Archimedea. Serve per essere sicuri che per ogni ϵ esista un n per cui si possa scrivere b0−a0<ϵ∗2n. È giusto?
Mi rimane però un dubbio concettuale. Se si definiscono i reali usando la completezza invece che l’assioma di continuità è necessario anche assumere che i reali siano uno spazio metrico su cui quindi ha senso fare i limiti? Poiché nella definizione di limite si assume che l’epsilon sia reale, non è un po’ come mangiarsi la coda definire i reali assumendo che si possa fare il limite quando la definizione di limite stesso richiede aver definito i reali? Non so, forse mi sfugge qualcosa.
Mi rimane però un dubbio concettuale. Se si definiscono i reali usando la completezza invece che l’assioma di continuità è necessario anche assumere che i reali siano uno spazio metrico su cui quindi ha senso fare i limiti? Poiché nella definizione di limite si assume che l’epsilon sia reale, non è un po’ come mangiarsi la coda definire i reali assumendo che si possa fare il limite quando la definizione di limite stesso richiede aver definito i reali? Non so, forse mi sfugge qualcosa.
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Re: Assioma di continuità e completezza
Esatto!keine_ahnung wrote:Penso di aver capito dove va usata la proprietà Archimedea. Serve per essere sicuri che per ogni ϵ esista un n per cui si possa scrivere b0−a0<ϵ∗2n. È giusto?

No, non ci si mangia la coda, ma bisogna aver chiaro in quale ordine si danno le definizioni. In un campo in cui valgono gli assiomi algebrici e di ordinamento non ci sono problemi a fare sottrazioni, valori assoluti e disuguaglianze. Pertanto possiamo dare la definizione di successione di Cauchy relativa a quel campo, nel senso che an è di Cauchy nel campo se e solo se per ogni ε nel campo e maggiore di 0 (lo 0 del campo, ovviamente) vale quello che deve valere quando m ed n sono abbastanza grandi.keine_ahnung wrote:Mi rimane però un dubbio concettuale. Se si definiscono i reali usando la completezza invece che l’assioma di continuità è necessario anche assumere che i reali siano uno spazio metrico su cui quindi ha senso fare i limiti? Poiché nella definizione di limite si assume che l’epsilon sia reale, non è un po’ come mangiarsi la coda definire i reali assumendo che si possa fare il limite quando la definizione di limite stesso richiede aver definito i reali? Non so, forse mi sfugge qualcosa.
Anche la definizione di limite si può dare solo relativamente a quel campo: an→a∞ se e solo se per ogni ε nel campo e maggiore di 0 vale che |an−a∞|≤ε definitivamente.
Finora dei reali non abbiamo usato niente, anche se la definizione di limite è quella che poi a posteriori varrà nei reali.
Ora possiamo enunciare l'assioma di completezza chiedendo che ogni successione di Cauchy relativa a quel campo abbia un limite relativo a quel campo.
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Re: Assioma di continuità e completezza
Mi continua a sfuggire solo un piccolo dettaglio, l’oggetto |an−a∞| è una distanza. Ma le distanze, indipendentemente dall’insieme di partenza, non hanno sempre come insieme d’arrivo R? Perché in tal caso allora anche ϵ dovrebbe essere a priori reale (e quindi la definizione di limite richiederebbe sempre l’uso dei reali). Oppure è possibile definire distanze che hanno come insieme d’arrivo lo stesso insieme di partenza, anche se questo è diverso da R?
Spero di essere riuscito a spiegare il mio dubbio anche se forse risulta un po’ contorto.
Ah, dimenticavo. Il fatto che ogni successione di Cauchy converga implica anche la scelta di una determinata distanza a priori? Visto che una successione non può essere di Cauchy per qualunque definizione di distanza. Oppure lo è?
Spero di essere riuscito a spiegare il mio dubbio anche se forse risulta un po’ contorto.
Ah, dimenticavo. Il fatto che ogni successione di Cauchy converga implica anche la scelta di una determinata distanza a priori? Visto che una successione non può essere di Cauchy per qualunque definizione di distanza. Oppure lo è?
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Re: Assioma di continuità e completezza
No: sarà una distanza solo il giorno in cui saremo più acculturati. In questo momento stiamo definendo i reali, per cui l'unica cosa che conosciamo sono i campi ordinati, e quell'oggetto è solo il valore assoluto di una differenza, cosa che ha perfettamente senso in un campo ordinato.keine_ahnung wrote:Mi continua a sfuggire solo un piccolo dettaglio, l’oggetto |an−a∞| è una distanza.
Comunque sì, se proprio ci teniamo, nessuno ci impedisce di definire distanze a valori in posti strani, anche diversi dai reali o da quello di partenza. Ma qui il fatto che sia una distanza è irrilevante, nel senso che non usiamo proprietà tipiche della distanza, come la triangolare o la simmetria.
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Re: Assioma di continuità e completezza
Adesso ho capito.
Grazie mille, gentilissimo.
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