Salve, ho un dubbio riguardo alla lezione 49 del corso 2019/2020, più precisamente sul corollario all'approssimazione finito dimensionale in spazi di Hilbert: nel punto 3 si assume come ipotesi sugli operatori \(f_n\) che siano continui e si dice che allora sono anche compatti, avendo immagine finito dimensionale.
Il fatto è che non riesco a capire questa implicazione. Nel video si dice che funzioni continue mandano limitati in limitati (e così riuscirei a concludere la compattezza), ma questo non dovrebbe essere vero quando gli operatori sono anche lineari?
Non so se mi stia perdendo in un bicchier d'acqua, ma non riesco a venirne a capo.
Già che ci sono, segnalo che il link al pdf della lezione 57 del corso 2020/2021 dà "page not found" (non credo sia un problema mio, perché le altre lezioni le vedo bene).
Grazie!
Approssimazione di operatori compatti
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Re: Approssimazione di operatori compatti
Giustissimo . Il solito retaggio finito dimensionale che ci portiamo dietro: la continuità implica la compattezza quando in partenza ed arrivo abbiamo dimensione finita, ma se in partenza la dimensione è infinita in generale non è vero (cercare i controesempi!).n.bertozzi wrote: ↑Saturday 28 November 2020, 17:52Nel video si dice che funzioni continue mandano limitati in limitati (e così riuscirei a concludere la compattezza), ma questo non dovrebbe essere vero quando gli operatori sono anche lineari?
Grazie mille per la segnalazione. Prima o poi aggiorno l'errata corrige (e carico quel pdf mancante).
Re: Approssimazione di operatori compatti
Rispondo a questo post per sollevare due dubbi riguardo all'approssimazione di op. compatti nel caso generale, quello di operatore compatto fra spazi normati. Nella dimostrazione del Corollario 1, Lezione 49/19-20:
- [+] quando dimostriamo che le \(f_n\) sono operatori compatti? Io credo si debba fare a parte ed è in questo momento che entra in gioco la continuità delle proiezioni non lineari;
- chi è il compatto \(\hat{K}_n\) che contiene \(f(B_n)\)? Se \(Y\) fosse completo, potrei dire che è \(\textrm{Clos}(f(B_n))\). Ma se \(Y\) non è completo, mi basta davvero la relativa compattezza a esibirlo?
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Re: Approssimazione di operatori compatti
Mi sto un po' perdendo , e non capisco nemmeno bene di cosa si sta parlando. Non trovo nemmeno il Corollario 1 nella Lezione 49. A pagina 3 c'è un Corollario (senza numero) che tratta il caso Hilbertiano. Poi a pagina 5 si dice che vale un corollario analogo anche nel caso di spazi normati. In entrambi i casi un operatore f compatto viene approssimato mediante \(p_n\circ f\), dove \(p_n\) sono opportune proiezioni (lineari nel caso Hilbert, non lineari nel caso generale) a valori in sottospazi di dimensione finita. Ora se f è compatto, la composizione è compatta (fatto generale: continuo composto compatto = compatto). Ma forse non ho capito la domanda.
Re: Approssimazione di operatori compatti
Mi riferisco a quello di pagina 5.
Mi ero stupita che non fosse nemmeno menzionata (forse a parole nel video) la compattezza delle approssimanti, sebbene sia un fatto tranquillo da dimostrare. Comunque ha risposto alla prima domanda!
La seconda domanda (non riesco a mettere il numero 2. al posto del puntino) in realtà è una questione di topologia .
Se \(f(B_n)\) è relativamente compatto, esiste un compatto \(\hat{K}_n\) che la contiene? Chi è il compatto \(\hat{K}_n\) che ci serve per definire la proiezione \(P_n\)?
In modo naturale, direi che
\(\hat{K}_n=\{y\in Y : \exists \{x_n\}\subset f(B_n), \exists n_k\to \infty \text{ tali che } x_{n_k}\to y\}\),
però non mi sembra immediato dire che è compatto. Lo dimostrerei suddividendo le sue successioni in due categorie: quelle definitivamente in \(f(B_n)\), che non creano problemi; quelle frequentemente in \(\hat{K_n}\setminus f(B_n)\). Per questo secondo tipo, costruirei una sottosuccessione convergente con un procedimento ricorsivo (visto spesso a lezione).
Sto complicando una cosa semplice? Spero di essermi spiegata.
Mi ero stupita che non fosse nemmeno menzionata (forse a parole nel video) la compattezza delle approssimanti, sebbene sia un fatto tranquillo da dimostrare. Comunque ha risposto alla prima domanda!
La seconda domanda (non riesco a mettere il numero 2. al posto del puntino) in realtà è una questione di topologia .
Se \(f(B_n)\) è relativamente compatto, esiste un compatto \(\hat{K}_n\) che la contiene? Chi è il compatto \(\hat{K}_n\) che ci serve per definire la proiezione \(P_n\)?
In modo naturale, direi che
\(\hat{K}_n=\{y\in Y : \exists \{x_n\}\subset f(B_n), \exists n_k\to \infty \text{ tali che } x_{n_k}\to y\}\),
però non mi sembra immediato dire che è compatto. Lo dimostrerei suddividendo le sue successioni in due categorie: quelle definitivamente in \(f(B_n)\), che non creano problemi; quelle frequentemente in \(\hat{K_n}\setminus f(B_n)\). Per questo secondo tipo, costruirei una sottosuccessione convergente con un procedimento ricorsivo (visto spesso a lezione).
Sto complicando una cosa semplice? Spero di essermi spiegata.
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Re: Approssimazione di operatori compatti
Il compatto è la sua chiusura. Dato un sottoinsieme Y di uno spazio metrico X, sono fatti equivalenti
- la chiusura di S è compatta in X,
- ogni successione a valori in S ammette almeno una sottosuccessione convergente a qualche elemento di X (non necessariamente di S).
buffo modo di definire la chiusura
In fondo stai cercando di dimostrare che (ii) implica (i) nell'equivalenza di sopra. Io farei così. Data \(y_n\) a valori nella chiusura di S, esiste \(s_n\) a valori in S tale che \(\operatorname{dist}(y_n,s_n)\leq 1/n\) (segue dalla definizione di chiusura). Ora \(s_n\) ammette una sottosuccessione convergente (evidentemente ad un elemento della chiusura di S), e questa si tira dietro la corrispondente sottosuccessione di \(y_n\).fra_ppa wrote: ↑Monday 4 January 2021, 9:56Lo dimostrerei suddividendo le sue successioni in due categorie: quelle definitivamente in \(f(B_n)\), che non creano problemi; quelle frequentemente in \(\hat{K_n}\setminus f(B_n)\). Per questo secondo tipo, costruirei una sottosuccessione convergente con un procedimento ricorsivo (visto spesso a lezione).
Ni. Il diavolo è nei dettagli.
Spero di aver risposto (e che qualcuno intervenga nell'altro topic con la richiesta di controesempio).